Eccovi in tutto il suo splendore la copertina della nuova edizione di “Per la Corona d’Acciaio”!
Dietro alla copertina troverete azione, combattimenti, politica medievale, amore, corruzione, intrighi, omicidi, scelte e Destino, ambizione e dedizione, Virtù e Fortuna!
Opera di Francesca Frisinelli, la copertina contiene molti simboli araldici in relazione alla storia, ma anche significati reconditi e anticipazioni di ciò che troverete nel romanzo. Nei prossimi giorni avremo modo di parlare di questo e di molto altro ancora, approfondendo il mondo di Malia e le sue vicende (senza però ovviamente fare spoiler al lettore).
Il libro contiene le mappe di Matilde Viggiani Maht Hild, i piatti medievali di Luca Cesari, una citazione della Alchemist Ale di Lorenzo Rocca e parecchia scherma storica come si pratica nella Sala d’arme Achille Marozzo e in particolare nella Sala d’Arme Achille Marozzo – Romagna.
Sono creatori e artefici del mondo di Malia, oltre al sottoscritto, anche: Alfonso Zarbo, Caterina Franciosi – Pagina autrice, Jari Lanzoni.
Già da oggi trovate disponibile la versione digitale, prestissimo anche quella cartacea.
Preghiamo tutti di diffondere e condividere, perché il mondo di Malia, l’Italia alternativa della nostra saga, si espanda sempre di più.
Sangue scorrerà, lame verranno sguainate, trame verranno intessute, pugnali, dardi e veleno verranno preparati in segreto nella notte: la caccia alla Corona d’Acciaio è aperta!
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Il secondo romanzo della trilogia della guerra civile di Malia: “Contro due Imperi”. Anche in questo, come la nuova versione di “Per la Corona d’Acciaio”, la copertina è sempre opera di Francesca Frisinelli, e vi si trova il Lupo dei Maravoy costretto ad affrontare un’Aquila e un Serpente, simboli dei due Imperi contro cui la Reggenza dovrà lottare, su due fronti e con mezzi molto diversi, per mantenere la libertà di Malia. In “Contro due Imperi”, infatti, la compagnia di Rinaldo Tagliaferro avrà l’arduo compito di spiare e controllare lo spregiudicato e spietato nuovo Imperatore Dosthan, cercando di evitare o almeno rallentare la sua calata nella penisola, mentre a Malia le forze della Reggenza dovranno dividersi per riuscire a fronteggiare l’assalto dell’Impero Sarras e della Coalizione di Cinquecolli.
Anche questo libro contiene le mappe di Matilde Viggiani Maht Hild, e parecchia scherma storica come si pratica nella Sala d’arme Achille Marozzo e in particolare nella Sala d’Arme Achille Marozzo – Romagna.
Sono creatori e artefici del mondo di Malia, oltre al sottoscritto, anche: Alfonso Zarbo, Caterina Franciosi – Pagina autrice, Jari Lanzoni.
Capitano mercenario, figlio ed Erede di Lyonel Maravoy di Castelbrun, una Contea del Sud di Gallesse, e di Demetra di Mykenes una principessa Isolana. Il suo vero nome è Vengeator, però a Malia tutti lo conoscono come Vindice. Aveva 8 anni all’epoca della congiura di suo nonno Vengeator, oggi, nel 3059 dalla Fondazione di Fortia-che-fu, ha 21 anni. Altezza media, castano, capelli corti, occhi scuri, è inseparabile dal suo grande destriero corvino Violante.
Ad Alesia, capitale del Regno di Malia, Vindice Maravoy frequenta da qualche mese la mercantessa Aurora di Nocchiero e può contare su diversi amici: il capitano Fabrizio Del Ferro, mercenario per diletto, il fratello adottivo di costui, il giovane mercante Ettore del Nero, e ancora il ricco ma famigerato prosseneta della Corte Rinaldo Tagliaferro. Su consiglio di Rinaldo inoltre ha fatto assoldare come Maestro d’Armi nella Compagnia Maravoy Astolfo Salinari, il suo assassino di fiducia.
Vindice è il protagonista del romanzo “Per la Corona d’Acciaio”, che segue le sue vicende dal 2 ottobre 2059 dalla Fondazione di Fortia-che-fu fino al 20 luglio 3060. Privato del titolo, della patria e del Feudo all’età di otto anni, testimone fin dalla più tenera età del tempestoso crollo della sua Casata e ridotto allo stato di cavaliere mercenario nella compagnia di ventura fondata dal padre (ormai rimasto privo di alternative), si è adattato al suo destino. Ma non si è rassegnato a esso, non del tutto.
Araldica: testa di lupo nero, frontale, in campo rosso (realizzata da Lara Gramigni).
Antica Casata del Regno del Vino di Gallesse, Conti del Feudo di Castelbrun. Il dominio della famiglia sulla Contea risale almeno ai tempi dell’Impero Mitoien, in particolare si ricorda l’antenato Namasius Maravosius. Namasius fece ritorno dalla capitale Imperiale Fortia-che-fu poco prima che essa cadesse e fosse completamente distrutta dalle orde dei barbari Dosthan, ai tempi dell’Ultimo Imperatore Giulius. Da allora si dice che sia custodito dai Maravoy a Castelbrun un segreto dell’antico Impero.
Casa Maravoy dovette assistere due secoli or sono alla conquista del regno di Gallesse da parte dell’Impero Dosthan e fu costretta a giurare fedeltà ai nuovi dominatori, come la maggior parte delle Case nobili del Regno del Vino, nel Sud del paese (ben peggiore fu il destino della nobiltà del Regno del Pane, a Nord, che perì nella violenta conquista di quei territori o fu costretta a fuggire). La Casata assunse un ruolo di primo piano più di recente, quando Vengeator Maravoy fu scelto per guidare le forze del Regno del Vino durante la Guerra dei Due Imperatori, in cui riportò vittorie decisive a favore dell’Imperatore legittimo. Ciò spinse il Conte, molti anni dopo, a coinvolgere altri nobili di Gallesse in un tentativo di insurrezione contro l’Impero Dosthan approfittando di un momento favorevole.
Baronia di Petitport
Principali membri della Casata:
– Vengeator Maravoy. Conte di Castelbrun, eroe della Guerra dei Due Imperatori. Padre di Lyonel.
– Lyonel Maravoy. Condottiero, figlio di Vengeator, un tempo Conte di Castelbrun, in esilio. Padre di Vengeator detto Vindice.
– Demetra Mykenes Maravoy. Principessa dell’Isola di Mykenes, sposa di Lyonel Maravoy e madre di Vindice.
– Vindice Maravoy. Figlio ed Erede di Lyonel, capitano mercenario.
Baronia di Torre Rosat (sotto assedio). Illustrazione di Andrea Camaggi.
Assassina professionista, figlia della cortigiana Ecate Selenides e di un importante Duca Maliano (illegittima, naturalmente), sorella della cortigiana Erinne Selenides legata alla Casa Tagliaferro.
Luce è alta, con lunghi capelli rossi, dalla carnagione molto chiara e con lentiggini sul viso, ha grandi occhi azzurri. Potrebbe rivaleggiare con le più rinomate bellezze di Alesia, ma veste in modo maschile e marziale.
Si è abituata a sopravvivere nei peggiori ambienti della capitale e a uccidere per denato fin da molto piccola, e non si è mai concessa una storia d’amore, ma nemmeno un’amicizia incondizionata per nessuno: è una vera solitaria, che ha rapporti conflituali, di odio-amore, con la sorella come anche, quando era ancora in vita, con la madre. Per quanto riguarda i suoi sentimenti verso il padre, che non conosce, rimandiamo al romanzo. Luce è abile sia come spadaccina che con il pugnale, ed è stata allieva del maestro di pugilato Aiace Bellavalle, ma è in tutte le armi da getto che eccelle: dalle balestre di ogni tipo al suo amato arco composito fino alla fedele cerbottana da cui non si separa mai, e i cui dardi sono resi letali da un potente veleno fornito dall’avvelenatore Guglielmo Caronte.
Nel romanzo “Per la Corona d’Acciaio” le vicende di Luce corrono quasi parallelamente a quelle del protagonista principale Vindice Maravoy, interfacciandosi con queste in modi per lo più spiacevoli. Dopo di lui, il suo è il punto di vista più presente in questo primo libro sull’incerta sorte del Regno di Malia.
Questa esiziale assassina in realtà non è stata partorita dalla mia mente, non è figlia mia bensì mia nipote, dato che l’idea di questo personaggio (una tipa bizzarra e scomoda che ha preso sempre più spazio nella saga di Malia) è opera di due delle mie prime beta-lettrici e collaboratrici. Una certa parte del suo carattere e della sua storia Luce le condivide con una persona a me molto cara, che non intendo rivelare (ma che, a quanto ne so, non ha mai ucciso nessuno).
“La fanciulla si riavviò i lunghi capelli ramati e raddrizzò la schiena, stirandosi. … Luce aveva una striscia di lentiggini che le attraversavano il naso, profondi occhi azzurri sotto i capelli rossi, zigomi alti, il viso piuttosto sottile.”
“I capelli rossi stavano diventando troppo lunghi, avrebbe dovuto tagliarli altrimenti potevano cominciare a diventare un intralcio. Il suo corpo era atletico, un po’ acerbo, in forma. Formato dall’allenamento. Ma non diverso da quello di tante altre ragazze che facevano una vita più “normale”: nessuno dall’esterno avrebbe potuto immaginare cosa facesse per sopravvivere nel duro mondo della malavita di Alesia. Odiava quella pelle, bianca come quella dei boriosi Cinquecolli e quelle lentiggini che la accomunavano a sua madre e a sua sorella, quelle due puttane.”
Un racconto che parla di Luce qualche anno fa:
Figlio del capofamiglia Astore Tagliaferro. I Tagliaferro sono tenutari di una vasta rete di lupanari di lusso, fornitori ufficiali della Corona di Malia. Rinaldo è un buon amico di Vindice Maravoy. Alto e magro, con cortissimi capelli castani, è orbo di un occhio, con una lunga cicatrice che gli va dal centro della fronte allo zigomo sinistro. Nessuno, nemmeno Vindice Maravoy conosce l’origine della ferita che ha orbato di un occhio il suo amico Rinaldo Tagliaferro, una ferita che gli ha anche lasciato una cicatrice che gli percorre la faccia da una parte all’altra. Parrebbe opera di una lama, ma si dice che Rinaldo ce l’abbia fin da bambino.
Illustrazione di E.R.
Figlio del Duca Rosso (e della sua prima moglie), Erede della Casa di Cinquecolli. Alto, biondo, muscoloso, uno dei migliori combattenti del Regno di Malia. E’ ammirato per la sua forza e abilità e temuto per il carattere iroso e superbo.
“…aveva una cascata di capelli biondi, accuratamente pettinati, che gli cadevano sulle spalle robuste, e indossava abiti sgargianti: un cappello con grandi piume rosse e bianche, un mantello cremisi, un candido farsetto ricamato con le armi della sua famiglia, sul petto: grifone rosso in campo bianco. Portava stivali e cintura di cuoio rosso, la spada in un fodero riccamente decorato, sempre in cuoio rosso, mentre calze a brache bicolori, scarlatto e color latte, fasciavano le gambe atletiche.”
Araldica di Cinquecolli, di Lara Gramigni
Un nuovo video sul Canale Youtube: la rissa fra Vindice e Campione
Unica superstite del ramo principale della prospera Casa commerciale Di Nocchiero, orfana e già abile mercantessa, amante di Vindice Maravoy. Bionda, occhi azzurri, 19 anni, è una rinomata bellezza di Alesia, la capitale del Regno di Malia.
Nell’immagine Aurora è disegnata sullo sfondo di Altoborgo, sulla riva nord del Lago di Alesia, dove possiede due mulini ad acqua: uno per macinare grano, castagne e cereali per produrre diversi tipi di farina e uno che aziona i macchinari di legno di una fabbrica di tessuti.
“Aurora di Nocchiero lo fissava con occhi di brace azzurra, con un’espressione offesa sul bel visetto ovale. Era vestita con un abito lungo blu scuro che contrastava con la carnagione candida di lei ed esaltava l’azzurro dei suoi occhi, la chioma dorata era raccolta e legata con un filo di perle.”
Capitano mercenario della Compagnia Maravoy e amico di Vindice Maravoy, figlio adottivo del ricco mercante Giuliano Del Nero e quindi fratello adottivo di Ettore Del Nero. Ha 21 anni, poco più alto di Vindice, capelli neri, occhi scuri lunghi e stretti, porta un ciuffo sulla fronte.
Fabrizio è rimasto orfano da piccolo ed è stato adottato dal grande mercante per il quale i suoi genitori lavoravano. Si dice in giro che Giuliano Del Nero li avesse messi a capo di una spedizione commerciale rischiosa, e che forse anche per sgravarsi la coscienza abbia deciso di adottarne il figlio dopo la tragedia in cui entrambi persero la vita. Fabrizio però non era fatto per la vita del mercante e fin da giovanissimo dedicò tutto se stesso alle lezioni di equitazione e di scherma, che Giuliano non gli lesinò, procurandogli i migliori maestri disponibili sul mercato. Iniziò ben presto a partecipare con grande successo ai tornei riservati ai popolani ricchi e poi sfidò e spesso superò in steccato e alla sbarra perfino i rampolli della nobiltà. Quando la Compagnia Maravoy giunse ad Alesia Fabrizio vide una possibilità per lui di partecipare in qualche modo alla vita militare del Regno non in truppe di fanteria come i Ronconieri di Alesia (carriera che non lo attirava per niente) ma in un corpo di cavalleria che non richiedeva per forza ai suoi membri di dimostrare la loro appartenenza alla classe nobiliare. Si propose all’inizio a Lyonel Maravoy come membro della Compagnia senza alcun compenso economico, facendosi poi strada rapidamente fino al grado di capitano e diventando grande amico di Vindice.
Fabrizio ha un carattere scherzoso e spensierato (almeno in apparenza) ed è coraggioso fino al limite della temerarietà più incosciente.
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