Premesso che la puntata in questione di GoT dal punto di vista dell’epicità (pochi hanno combattuto contro molti, e questo è ciò che conta) e delle arti figurative – buio eccessivo a parte – è molto bella, devo notare purtroppo che manca di ogni senso comune dal punto di vista militare.
Questa sommaria analisi si propone di esaminare alcuni aspetti della battaglia presso Winterfell contro l’esercito degli Estranei dal punto di vista della tattica e della tecnica militare, con riferimento a comuni espedienti di epoche in cui si sono usate armi comparabili a quelle utilizzate a Westeros, in particolare quindi il Medioevo, il Rinascimento e l’Era Antica del nostro mondo. Ovviamente non si pretende che i protagonisti della vicenda siano tutti degli Annibale o dei Giovanni dalle Bande Nere, ma almeno che dimostrino la normale diligenza e ragionevolezza che dovrebbero essere usuali in qualunque comandante.
Bisogna purtroppo dare per scontato che lo scopo degli sceneggiatori è un altro: creare scene spettacolari, anche a dispetto della credibilità delle scelte tattico-strategiche adottate. Per fare un esempio esterno, credo che tutti ricordino la carica frontale suicida della cavalleria di Rohan contro gli elefanti in Lotr, in “Il ritorno del Re”. Dove c’è la guida di uno scrittore consapevole di cosa scrive, se non viene tradito, ci può essere un barlume di logica nelle scelte dei comandanti, altrimenti no.
La preparazione all’assedio
La forgiatura dell’ossidiana
Nella preparazione all’assedio si notano i fabbri che forgiano alacremente armi di ossidiana… ma l’ossidiana non si forgia! Nessuno pretende di avere esperti di armi neolitiche o precolombiane nello staff, ma guardatevi almeno “ossidiana” su wikipedia. Inoltre, da fiero possessore di un corto pugnale e di varie punte di ossidiana (comprate in Messico, e non chiedetemi perché), sfido chiunque a conficcare profondamente un’ascia di ossidiana in un ceppo di legno o lanciare contro una porta pugnali di ossidiana ottenendo che si piantino.
L’uso dell’ossidiana per rinforzare le mura
Qualcuno ha avuto un’ottima idea: usare frammenti di ossidiana fissati in cime alle mura per rendere difficile e pericolosa la salita ai non-morti. Tuttavia se guardate bene l’ossidiana è stata usata solo sulla sommità dei merli, e non sugli spazi fra un merlo e l’altro. Ovvero: l’hanno messa nell’unico punto dove non servirà a nulla perché nessuno ci metterà mai piede. Capisco che altrimenti le comparse che fanno gli zombi si facevano male, ma allora piuttosto non lo mettete per niente.
La disposizione delle truppe in campo aperto
Abbiamo a disposizione possenti mura, in cima a un’altura (che a volte c’è e a volte non c’è, ma pazienza). Addirittura in un dialogo si dice che il fatto di stare in alto costituirà un vantaggio. In tutti i trattati militari si dice che se una delle parti ha a disposizione delle mura per difendersi. l’altra per eguagliarla deve essere almeno 5 volte superiore di numero. Qui si rinuncia fin da subito a un vantaggio enorme schierando l’esercito – e in particolare le truppe migliori – in campo aperto e in pianura. E già questa è una totale follia. Ancora di più è folle dato che sappiamo che il nemico, il Re della Notte, può resuscitare i nostri caduti e farli combattere dalla sua parte. Occorrerebbe quindi limitare e ritardare il più possibile le nostre perdite (e tenere i soldati al riparo il più possibile, quindi). Ma veniamo ora a esaminare come queste truppe vengono disposte in campo.
Difese avanzate
Soprattutto visto che si combatterà di notte (è sempre freddo e notte, fino a che il Re della Notte è al mondo), sarebbe il caso di vedere il nemico che si avvicina prima di sbattere la faccia sul suo naso. Accendiamo dei fuochi qua e là in modo da vedere cosa succede un po’ più avanti? Magari poi magicamente li spengono, ma anche questo è un segnale che ci dice dove sono e che stanno arrivando. Vedette veloci a cavallo in esplorazione davanti all’esercito, pronte a segnalare cosa arriva e quando? No: disponiamoci compatti davanti a una pianura completamente buia, in tensione totale e continua per ore, che migliora il morale delle truppe.
La disposizione della cavalleria
Davanti a tutti viene messa la cavalleria. Ora, questo non è sbagliato in sé ma è una delle tante scelte possibili. Significa che confidiamo molto nell’effetto di una carica frontale a cavallo. Dato che disponiamo di una cavalleria in massima parte leggera (i Dothraki, che vanno in giro a torso nudo per mostrare i pettorali da culturisti) e il nemico che si affronta, non mi pare la scelta migliore: uno dei più grandi vantaggi di una carica di cavalleria è il panico che scatena, che insieme all’urto può disperdere la schiera nemica. Altrimenti, se questa manovra non riesce, la cavalleria bloccata a contatto con la fanteria si trova in svantaggio e ha immediato bisogno del supporto della fanteria amica. In questo caso il nemico zombi non teme nulla e gode di un vantaggio numerico schiacciante, quindi è altamente improbabile che si riesca a disperderlo. Si poteva mettere la cavalleria dietro la fanteria, pronta a uscire da qualunque dei lati, oppure divisa in due, alle ali, o da un lato solo, insomma ovunque tranne che davanti centrale.
La disposizione delle grandi armi da getto
Catapulte e simili solitamente, disponendo di mura, vengono disposte sulle torri e – ove possibile per le loro dimensioni – anche sugli altri tratti delle mura stesse. Da lì possono tirare su chi avanza e sulle eventuali macchine da assedio del nemico in quasi totale sicurezza, esposte solo ai lanci delle macchine avversarie (problema che qui non si pone). Si sceglie invece di piazzare anche queste in campo aperto. Le mettiamo dietro la fanteria, difese almeno dai nostri soldati? Macché: molto meglio davanti alla fanteria, in modo da poterle usare per meno tempo possibile e con la minima efficacia possibile.
La disposizione della trincea di legno da incendiare
Creare una barriera di fuoco contro il nemico, e in particolare un nemico non-morto, è un’ottima idea: la trovate anche nel manuale di difesa anti-zombi di Mark Brooks, adottata con successo dai romani proprio alla “Barriera” ossia al Vallo di Adriano. Ne viene fatta una sola però, mentre sarebbe stato di gran lunga più utile farne diverse, anche più piccole. Inoltre non è stata intrisa di combustibile. Mai provato ad accendere un fuoco con legna umidiccia e brutto tempo in campeggio? Infine, la trincea è stata posta dietro la cavalleria e le macchine d’assedio, e nemmeno a protezione dell’intera fanteria ma più o meno in mezzo alle schiere. Come si vedrà, l’uso che se ne vuole fare è a dir poco ridicolo.
La disposizione della fanteria
Anche la fanteria viene messa in campo aperto, in pianura, senza usare nemmeno la salita fantasma che a volte c’è e a volte no. Ovviamente il suo posto era sulle mura, e la falange degli Immacolati avrebbe potuto ben proteggere le porte se avessero ceduto, eliminare i nemici che fossero riusciti a passare le mura arrivando al cortile, o anche tentare una sortita se ce ne fosse stata l’occasione. Le truppe migliori (Immacolati, Guardiani della Notte) vengono messe a protezione di quelle peggiori (soldataglia feudale). Ciò, data la capacità del nemico di resuscitare e usare a suo vantaggio i caduti, farà sì che nelle fasi più avanzate dello scontro ci troveremo a fronteggiare i nostri uomini migliori e meglio armati con gli uomini peggiori a disposizione.
La disposizione degli arcieri
Sulle mura, pronti a tirare frecce sul nemico (spero dotate di punte di ossidiana appena forgiata). Evviva! Ne abbiamo presa una. Se avessimo più barriere di fuoco avremmo potuto anche schierarli in parte fuori, a gittata giusta per infliggere danno restando abbastanza indietro e al riparo, con un po’ di armati a protezione. Ma non è così, quindi vanno bene dove stanno.
La disposizione dei draghi
Draghi? Abbiamo dei draghi? Ah sì, li abbiamo, e dove li possiamo mettere mai? Magari uno nascosto nei paraggi di Bran a sua protezione, disposto ad attaccare il Re della Notte appena si mostra (vedi sotto) e l’altro in volo senza mai allontanarsi dall’esercito, pronto fin da subito ad alleggerire l’assalto del nemico col fuoco e anche a soccorrere l’altro drago se occorre? E perché mai? Improvvisiamo. Qualcuno suggerisce qualcosa di simile, in realtà, tutti dicono di sì ma resta lettera morta.
Il Giardino degli Dei
L’idea di attirare il Re della Notte nel Giardino degli Dei alla caccia di Bran non era male, anche se espone il povero Corvo con Tre Occhi a grande pericolo. Ma allora chi lo deve proteggere deve essere messo in grado di farlo, e non essere mandato a morire gratis. Una qualche barricata a protezione degli Ironborn sarebbe stata utile contro i non-morti. Macché: lasciamoli così, nel giardinetto di notte esposti a qualunque cosa. Non scordiamoci poi che anche il Re della Notte dispone di un drago: lasciare Bran all’aperto è una pessima idea, perché basterebbe un passaggio radente con un bel soffio ghiacciato e addio Corvo, Occhi e tutto. Un po’ di balestre o baliste nascoste in giro pronte a lanciare dardi con punte di ossidiana no? Una rete per imbrigliare il drago in modo da provare a colpirlo? Era troppo chiedere che uno dei due draghi disponibili stesse sempre nelle vicinanze senza allontanarsi? Un paio di bravi guerrieri con lame di Valyria, oltre al povero e solitario Theon Greyjoy? No, nulla. Faccio notare che eliminare il Re della Notte con questa trappola era il principale obiettivo dei difensori, e infatti si rivela cruciale. Ma la trappola non c’era.
Gli inermi da difendere
Dove li nascondiamo? Ovviamente nelle cripte, dato che il nostro nemico riporta in vita, pardon: non-vita, qualunque cadavere. Di certo quello sarà il posto più sicuro. Tutti si preoccupano di venire bruciati se dovessero cadere, ma nessuno che suggerisca una bella pira funebre per gli antenati degli Stark. Perfino i Coreani di “The Kingdom” ci erano arrivati (a parte i loro nobili).
La preparazione delle “solite cose”
Intendo valli, terrapieni, pali acuminati e trincee a protezione delle truppe e delle mura, pietre da lanciare su chi scala le mura, pece incendiaria e simili da usare allo stesso scopo, trappole varie sparse quà e là, all’interno della rocca tutte le porte degli edifici murate o sbarrate e gente alle finestre e alle feritoie per tempestare dall’alto i nemici che raggiungano il cortile… “Di quali solite cose vai cianciando, straniero? Noi qui a Winterfell non abbiamo mai fatto nulla di simile!”
Lo svolgimento della battaglia e l’uso delle truppe e delle difese
All’approssimarsi del nemico non lo si ferma con una prima trincea di fuoco, non gli si tira addosso con le catapulte: la prima cosa che facciamo, secondo i piani, è sbarazzarci dell’intera nostra cavalleria, in gran parte formata da Dothraki, di cui si dice che fossero circa centomila. Anche ipotizzando (e sperando) che la “buona” Khaleesi ne abbia lasciato un buon numero a guardia degli altri territori, ci siamo procurati un buon numero di zombi in più da combattere. Scena fichissima da vedere, peraltro (bravi sceneggiatori!), ma completamente priva di senso. Su vantaggi e svantaggi di una carica di cavalleria abbiamo detto prima. Anche se per qualche oscuro motivo si pensa che una carica possa funzionare, fanteria e cavalleria devono sempre essere pronte a supportarsi a vicenda. Invece questa carica la lanciamo lontano, nelle tenebre, a una distanza tale per cui il resto dell’esercito non possa essere di nessuna utilità ai poveri Dothraki. Nemmeno il tiro delle catapulte può arrivare fin là per alleggerire la pressione del nemico. Dite la verità: ve ne volevate davvero sbarazzare! Maledetti, temevate l’orda straniera sul suolo di Westeros, vero? Li si poteva usare con tattiche mordi e fuggi ai fianchi dello schieramento nemico, lanciando frecce e giavellotti senza entrare in contatto alla maniera della cavalleria greca e romana o dei parti. Ma diciamo anche che i Dothraki fossero solo in grado di caricare: li si poteva tenere da conto per farlo dopo, quando avrebbe avuto una qualche utilità. Se i non-morti si fermano, per esempio, sulle lance degli Immacolati, li colpisci alle spalle o ai fianchi con una bella carica. Ancora: poniamo caso che tu incendi una prima trincea impedendo agli zombi di avanzare e intanto gli tiri addosso con le catapulte tutto quello che hai. Quando iniziano a passare i primi allora puoi fare una bella passata e ripassata di cavalleria lungo la barriera e ne fai fuori un po’ quasi gratis, rallentando il nemico ulteriormente. E qui faccio un appunto importante: rallentare il nemico non si fa per posticipare l’inevitabile ma perché ne devi approfittare per buttarne giù più che puoi! Quindi quando li fermi, o se sono fermi a causa di qualche ostacolo, gli tiri addosso di tutto.
Per questo era fondamentale disporre più trincee di fuoco: li si fermava più volte, e ogni volta li si tempestava. Inoltre le trincee si potevano usare per isolare parte dell’esercito nemico e distruggerla, operando ogni volta in mischia, se proprio occorre, solo dopo averli decimati e in grande vantaggio numerico. Infine, si poteva cospargere di combustibile non solo il legno delle trincee ma il suolo stesso fra una trincea e l’altra, dando fuoco a intere legioni nemiche. E si sa che il non-morto brucia bene. Ma vedremo invece che a Westeros le barriere di fuoco non si usano così.
E qui voglio introdurre un altro concetto: nelle mischie conta moltissimo la superiorità numerica. Ma non quella totale dell’esercito, che non dice poi molto, bensì quella che si realizza nel punto preciso dove effettivamente si combatte. Lanciando i Dothraki da soli si ottiene proprio l’effetto opposto: ci si assicura che debbano combattere da soli, sicuramente in inferiorità e senza alcuna speranza di ricevere appoggio. D’altro canto ci si priva del loro possibile appoggio e soccorso, che grazie alla velocità dei cavalli poteva arrivare tempestivo ovunque ce ne fosse stato bisogno sul campo di battaglia. E bravi i nostri condottieri.
Quindi, tornando alla battaglia: persa l’intera cavalleria (e un metalupo bianco che come la famosa salita appare e scompare senza che nessuno se ne curi… ok, si chiama Spettro, ma non significa che debba fare così!) si tenta qualche parsimonioso lancio di catapulta e si attende senza fare nient’altro. Le catapulte, essendo state disposte davanti a tutti, vengono perse subito e l’orda raggiunge la fanteria senza incontrare alcun ostacolo, perché nessuno ha pensato di scavare una fossa, disporre dei pali acuminati o altre “solite cose” a protezione delle truppe e per smorzare l’impeto nemico. La fanteria attende il pieno urto del nemico, lanciato di corsa e che nulla ha rallentato. Non solo: nessuno pensa di far muovere la fanteria in avanti, per ottenere un “impetus” che contrasti quello avversario, cosa banale e scontata presso tutti gli eserciti antichi. No, restano fermi a farsi travolgere. Ma allora ditelo, però, che c’è una cupio dissolvi invincibile in questi condottieri!
Quando si rischia l’annichilimento totale finalmente si retrocede e si arriva alla famosa trincea di fuoco… ma non c’è nessuno pronto ad appiccare le fiamme! Nessuno ha cosparso di olio, pece o simili il legno. Eppure si sapeva che ci sarebbe stato un freddo cane e un tempo di m. a causa della presenza maligna del Re della Notte. Per cui si devono sacrificare dei poveracci e poi comunque ci si affida alla preghiera di una strega inquietante che anche lei va e viene come le pare. Una volta accesa la barriera, si diminuisce il numero dei nemici con frecce, giavellotti, frombole, o sia pure pietre lanciate a mano come gli hobbit? No. Perché? Forse perché non sarebbe onorevole? Ma non sono prodi cavalieri, sono zombi! Fa lo stesso. Aspettiamo e basta. Cosa aspettiamo? Che passino, è ovvio. Non può andare diversamente. Alcuni non-morti si sacrificano e si gettano “a corpo morto” sul fuoco. Gli altri un po’ alla volta passano. Ancora: qualcuno attacca i primi che passano, pochissimi, e ne approfitta per eliminarli? No. Combattiamo solo quando siamo sicuri di farci massacrare. Passano tutti quasi senza perdite. L’esercito fugge dentro le mura intanto che gli Immacolati restano saldi a morire per proteggere gli altri. Così perdiamo i soldati migliori per salvare i peggiori. Fra l’altro gli Immacolati come accennavo prima affrontano l’assalto di corsa degli zombi senza frenarlo in nessun modo (un vallo, un fossatello, triboli, cervoli, semplici pali rivolti in avanti…) e senza muoversi in avanti affatto al loro arrivo per contrappore impetus a impetus (leggete Cesare, almeno!). Ovviamente, rimanendo sul posto vengono travolti. Bravi, come guerrieri professionisti addestrati fin da piccoli.
In tutto questo… e i draghi? Si sono persi, sono andati a fare un giro nella tormenta rischiando di farsi ammazzare per nulla. Quando i due fidanzatini si ritrovano al di sopra delle nubi per combattere il cattivo sul drago zombi che fanno? Si mettono poco al di sopra della coltre di nuvole, senza vedere nulla di quel che c’è sotto, aspettando di farsi congelare dal nemico. Quando rischiano di lasciarci la buccia a causa di questa tattica suicida comprendono e cambiano? Voi cosa credete? No, insistono! Un altro giro, signori, prima di togliersi di lì, che ancora nessuno è morto. Poi, almeno, John-Aegon lotta col cattivo e il suo drago e Dany va ad aiutare un po’ l’esercito. E Bran? Bran chi?
Ma ora quel che resta dell’esercito è dentro la cittadella (dove avrebbe sempre dovuto stare). L’orda si dovrà sudare l’arrampicata sulle mura. Macché. Appena i nemici iniziano a salire gli arcieri vengono ritirati dalle mura. Fra parentesi: prima sulla mura erano tutti arcieri, ora non ne viene lasciato nemmeno uno. Il solito mix di arcieri e armati di armi in asta, spade ecc. era troppo banale. E pensare che questo sarebbe il momento di gettare non solo frecce ma pietre, pece incendiaria, tegole (che hanno ucciso anche dei Re) e ogni sorta di cose sul nemico, col massimo risultato. Anche qui, bruciarli mentre salgono non sarebbe stato male: per uno che ne bruci ne allontani cinque, e poi bruci anche loro. Ma no, non abbiamo preparato le “solite cose”, facciamo che possano salire indisturbati fino in cima alle mura, li combatteremo poi.
Il nemico arriva sulle mura, poi dilaga nel cortile. Di solito quando questo avveniva era un massacro per gli assalitori, perché non c’erano accessi liberi a nessun edificio e venivano bersagliati dall’alto da tutte le parti. Qui invece scorrazzano liberi ovunque: qualcuno ha lasciato le porte aperte, bricconcello!
Ovviamente la gente rifugiata nelle cripte viene assalita dai cari estinti di Casa Stark, gli Ironborn nel Giardino degli Dei se la vedono bruttissima a difendere Bran (che nel frattempo è andato in trance chissà perché, e ha richiamato un enorme branco di corvi che però si è ben guardato dal mandare a sbranare il Re della Notte).
Insomma, un disastro totale e indiscriminato. Condottieri da interdire, da dichiarare incapaci di intendere e di volere, altro che sedere sul Trono di Spade.
Per fortuna loro, e anche di noi, trepidanti appassionati dei libri ma anche della serie (nonostante tutto)… il Fato governa ogni cosa! E soprattutto grazie a te, Arya. Una brava assassina può rimediare a molti errori.
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