Le orde barbariche Dosthan guidate dal Principe Wulfstan dello Zannmark dopo aver travolto le ultime difese Mitoien radunate alla fortezza chiamata “Il Chiodo” discendono la vallata del Fiume Tridente ormai indisturbate, saccheggiando, bruciando e massacrando la popolazione. La devastazione si propaga per tutta la Grande Pianura, dove la gente non è abituata a combattere e non riesce ad organizzare una difesa, mentre gran parte delle classi dirigenti Imperiali si danno alla fuga per mare verso le Isole. Molti abitanti trovano rifugio sulle Montagne Bianche, sull’isola di Alesia o nel delta paludoso del Dathus, ma molti di più trovano la morte per mano dei barbari o vengono brutalmente schiavizzati. Le città bruciano e le campagne si spopolano. Nel frattempo Wulfstan con il grosso delle sue forze si dirige direttamente verso la capitale Fortia. L’ultimo Imperatore Mitoien, il giovane Julius, raduna le poche forze rimaste fedeli e lo affronta sulle Colline Occidentali, presso Biancacava.
E’ un massacro, e anche l’Imperatore stesso trova la morte in battaglia, mentre la spada del Primo Imperatore Valerius viene spezzata da Wulfstan. I due tronconi della spada saranno poi trafugati da alcune spie inviate da una famiglia di facoltosi Patrizi di Alesia, che daranno vita un giorno alla dinastia Alesiade. La spada spezzata di Valerius è destinata a essere fusa e rinascere molte generazioni dopo sotto la forma della Corona d’Acciaio di Malia. Solo gli esponenti di Casa Maravoy sanno che subito prima di questi eventi il Patrizio Namasius Maravosius era stato incaricato dal giovane Imperatore di portare al sicuro nella sua roccaforte di Castrellumbrunum nel Sud di Gallesse un misterioso segreto Imperiale caricato su due carri. Intanto Wulfstan assedia Fortia stessa. La capitale Mitoien è ormai lontana dagli antichi splendori ma ancora conta quasi un milioni di abitanti. I Dosthan la espugnano e la mettono a ferro e fuoco durante intere settimane di orrore. Si calcola che solo circa un abitante su dieci riesca a scampare al massacro fuggendo verso le colline circostanti, dove sorgerà poi la nuova città di Novafortia. Quando non rimangono che rovine fumanti, Wulfstan utilizza gli abitanti schiavizzati e gli ingegneri Mitoien catturati per deviare il corso di alcuni fiumi vicini e fare uscire dagli argini il Patreflume stesso, trasformando l’intera zona della capitale in un grande acquitrino paludoso, in modo che mai più la città possa risorgere.
A quel punto i diversi Principi e capitribù Dosthan si dividono e vanno in cerca di bottino e conquiste verso zone diverse di Malia. Iniziano presto a litigare e combattersi fra loro, mentre Wulfstan fatica a tenerli a freno. Alcuni capi tornano indietro con l’intenzione di dirigersi verso Gallesse o addirittura verso la Penisola Occidentale. La morte di Wulfstan è avvolta nel mistero, ed ammantata presso i Dosthan da molte leggende che ne predicono il ritorno in tempi di necessità per il popolo Dosthan. I Maliani credono, più verosimilmente, che sia caduto vittima di una qualche congiura, o forse della vendetta di un isolato Assassino Imperiale Mitoien superstite.
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